NurSind, l’unico sindacato di soli infermieri, dopo note e diffide inviate in azienda, si rivolge direttamente all’opinione pubblica per mettere fine al gioco al massacro cui sono sottoposti i
colleghi infermieri dell’azienda USL della Romagna. Dai dati emanati dall’Istituto Superiore di Sanità, emerge che al 16 marzo scorso 178 operatori sanitari dell’Emilia Romagna sono stati
infettati dal COVID-19 e buona parte di essi sono infermieri appartenenti ai quattro territori
dell’AUSL della Romagna. Se consideriamo che non tutti gli infermieri sono stati sottoposti a tampone, allora il numero di operatori sanitari positivi al coronavirus va rivisto al rialzo.
La denuncia del sindacato degli infermieri non è fatta “su quanto sentito o letto” ma perché vissuto sulla pelle dei dirigenti sindacali stessi, che, lo ricordiamo, innanzitutto sono lavoratori
impegnati in prima linea e qualcuno anche in quarantena o positivo. In una pandemia prima bisognerebbe salvaguardare gli operatori sanitari, invece linee guida palesemente errate sulle quali sono
state costruite procedure ancora più sbagliate hanno permesso e permettono tuttora la decimazione degli operatori sanitari in generale e di medici e infermieri in particolare. Ci arrivano denunce
di colleghi a tutte le ore del giorno. Denunce di dispositivi di sicurezza non adeguati o assenti, oppure presenti ma “da usare con parsimonia”. Non possiamo accettare una situazione del genere.
Rimarremmo volentieri a casa anche noi, ma non possiamo, dobbiamo uscire da casa e recarci nei reparti COVI (nel senso di covi di virus), per 6, 8, 10 e anche 12 ore consecutive. Non si può
pretendere di far indossare i dispositivi di protezione solo in presenza di casi sospetti o conclamati di coronavirus quando, sin dai tempi dell’epidemia nella sola Cina, si è a conoscenza che
possono esserci anche delle positività asintomatiche trasmissibili. Non si può pensare a coordinatori infermieristici che si ingegnano per costruire mascherine che, al massimo, potrebbero essere
utili per carnevale. Non si può accettare di sentirsi dire di riutilizzare le mascherine monouso magari sanificando la visiera. Il monouso è tale proprio perché si deve utilizzare una sola volta.
Nursind non ci sta! Alla fine di tutto questo qualcuno ci dovrà spiegare e, se ci sono stati errori, né dovrà rispondere. Adesso evitiamo polemiche sterili e continuiamo a lavorare a testa bassa perché il virus non aspetta.
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